DIA David Sasson

Il DIA (Development of Intelligences through Art) è un programma di intervento cognitivo che utilizza l’arte come strumento per sviluppare e migliorare le abilità intellettive, emotive e sociali degli studenti, portandoli a pensare in un modo più creativo, ad utilizzare e sviluppare un vocabolario ed un modo di esprimersi più accurato e preciso, ad accrescere la cooperazione e la tolleranza all’interno della classe.

Il programma propone strumenti graduati per complessità e vi sono numerose esperienze di applicazione in diversi contesti: con bambini e ragazzi in età scolare e prescolare, con gli adulti, gli anziani, ecc. Il Programma è strutturato in tre livelli che propongono immagini e temi sempre più sfidanti e stimolano gli studenti e le persone in genere a fare trasposizioni nei diversi ambiti disciplinari o di vita.

Nello specifico, il lavoro ha le sue radici in un progetto denominato “Project Zero” ideato nel 1967 dal filosofo americano Nelson Goodman presso la Harvard Graduate School of Education, il quale si proponeva di scoprire come adulti e ragazzi potessero imparare a pensare attraverso l’arte.
Il nucleo centrale della sua teoria diede vita negli anni ad innumerevoli altri progetti declinati in diversi contesti e diffusi a livello mondiale. Tra questi, uno dei più conosciuti è il “Visual Thinking Curriculum” (VTC) adottato dal MOMA (Museum of Modern Art) di New York.
È proprio dal VTC che, nel 1993, nacque in Messico, da Claudia Madrazo, il progetto dia (Developement Intelligence though Art – the art of teaching) il quale, a partire dal 1996, assunse un taglio didattico coerente con il pensiero di Reuven Feuerstein grazie all’apporto dello psicologo israeliano David Sasson che, dello studioso, fu per lunghi anni discepolo e collaboratore.